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Lettera pubblicata il 16 Settembre 2005. L'autore, pppat, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Buonasera Signore,
vi seguo da un po’ di tempo, anche se non sono mai intervenuta perchè non direttamente protagonista di una storia di abuso sui bambini, in quanto sono la zia e non la madre di un bambino abusato. Al riguardo ci tengo a sottolineare che queste vicende terribili coinvolgono intere famiglie e ne paralizzano l’esistenza, perchè ti tolgono la gioia di vivere, ti fanno sentire vuota, senza diritto ad essere felice, perchè ogni momento lieto che ti capita di vivere, subito dopo si tramuta in senso di colpa perchè pensi a tua sorella, che di momenti lieti non ne ha da anni, e a tuo nipote, che ha vissuto momenti orribili che i giudici vorrebbero fargli rivivere.
Per questo sono solidale con voi e do il mio contributo infilandomi nei forum più disparati, a sostegno della causa. Così vi ho trovate.
L’ultimo commento inserito da Elena mi ha fatto riflettere su una cosa: il non dire al padre di essere incinta impedendogli di fatto di riconoscere il bambino comporta la rinuncia agli alimenti. Già, gli alimenti: non è forse questo in realtà il motivo principale che ha spinto gli uomini ad organizzarsi e fare quello che stanno facendo? Fino a qualche anno fa, prima della legge sull’affido condiviso, la grande maggioranza dei padri separati sentivo che si lamentavano non del fatto che i figli fossero affidati alla madre (anzi, questo gli andava pure bene, così erano più liberi) quanto del fatto che praticamente tutto il loro stipendio finiva nelle tasche della ex: questo si che li mandava veramente in bestia. Poichè la legge li obbligava a mantenere comunque i figli, hanno pensato bene di risparmiare qualcosa chiedendone l’affido. Il trabocchetto è proprio qui: la legge oggi impedisce ad una donna di rinunciare agli alimenti e da contemporaneamente ai giudici la “motivazione” per accusare le madri di puntare solo ad avere più soldi, tattica utilizzata anche dal padre del piccolo Leone.
segue…
…segue
Dicevo: non sarebbe il caso di muoversi anche in questa direzione? Il poter rinunciare agli alimenti sfaterebbe il mito della “donna arraffatutto” e darebbe molta più forza alle denunce di abuso: non potrebbero più mettere la scusa dei soldi, che è il loro cavallo di battaglia. Ed anche nei casi dove non ci sono abusi, credo che il numero dei padri che vogliono togliere i figli alle madri scenderebbe di parecchio.
Una donna disposta a rinunciare ai soldi pur di proteggere il figlio sarebbe molto più credibile, e sono sicura che molte di voi lo farebbero se potessero. E invece la prima cosa che fanno gli avvocati qual’è? Quella di chiedere soldi! Il chè da alla cosa tutto un altro aspetto. Perchè la legge ci deve obbligare a chiedere soldi è poi ci punisce per questo togliendoci i figli? Anche se non ho figli, la cosa mi manda ugualmente in bestia, perchè ci fanno sempre apparire come sanguisughe, che poi, tradotto in termini giuridici, diventa “instabili”, “vendicative” e quant’altro.
Tanto i veri padri, quelli sani e normali, si offrirebbero comunque di mantenere i figli.
Non so, magari è una sciocchezza quella che ho detto, però a me pare tanto che anche in queste terribili vicende il lato umano conti ben poco: tutto gira intorno ai soldi e alla perversione (ma di sicuro per molti uomini vengono prima i soldi).
Un caloroso abbraccio a tutte voi e mi raccomando: rimanete unite e non fatevi scoraggiare, che prima o poi questo schifo dovrà pur venire a galla; stanno davvero esagerando e non posso credere che possano vincere contro la forza che la natura ha donato alle madri quando si tratta di proteggere i propri piccoli. Le donne hanno il dovere di proteggere i figli e non possono negarci il diritto di adempiere a questo dovere.
Con immenso affetto,
Erika
Ho ricevuto questo messaggio dal Movimento Infanzia Lazio…che ve ne pare? Speriamo che “i soliti” non boicottino l’iniziativa!
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Un progetto molto importante per la tutela dei bambini che assistono a violenze in casa e che speriamo eviti errori come quello di affidare un bambino ad un padre che ha sempre picchiato la madre, o casi estremi come la strage di Capodanno in Francia, dove un padre ha ottenuto di poter passare qualche giorno con le 3 figlie e le ha uccise.In passato aveva minacciato la moglie di sgozzarla se lo avesse lasciato e il giudice deve aver pensato che le bambine non corressero alcun pericolo…
Un progetto-pilota di magistrati, forze dell’ordine e volontariato. I dati allarmanti sui disagi dei piccoli
ROMA – Urla, botte, minacce, lacrime. Scene di vita familiare che in troppi casi avvengono sotto gli occhi dei bambini. Piccoli testimoni che restano traumatizzati come se la violenza si fosse scatenata su di loro. Non considerarli alla pari delle vittime di maltrattamenti ha provocato, finora, centinaia di paradossi: come quello di un padre indagato per aver picchiato la moglie davanti ai figli, che ha avuto la sospensione delle visite dal tribunale dei minori e l’affidamento congiunto dal tribunale civile. Giustizia che non dialoga: un problema che ora potrebbe essere risolto da un protocollo d’intesa, il primo in Italia. Lo hanno siglato l’associazione Differenza donna, i tribunali ordinario e dei minori, le corrispondenti procure, la questura, il comando provinciale dei carabinieri e gli ospedali Umberto I, policlinico Tor Vergata, San Gallicano e Bambin Gesù.
continua a leggere:
http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1754
è vero Lucia, splendida iniziativa: il Movimento per l’Infanzia è veramente uno dei pochi che pensa realmente all’infanzia.
cara erika, benvenuta!
…magari fosse così semplice come dici tu: è la prima cosa che ho proposto al mio avvocato ma mi ha detto, e non è stato l’unico, che se rinunci al mantenimento (che è un obbligo di entrambi i genitori, pure se incarcerati!) puoi stare sicura che ti tolgono i figli: per i giudici equivale a dire “voglio escludere totalmente questa persona dalla vita del figlio”, e cioè…pas!!!
tutto ciò che ci spetta (e ciò preclude che sia quindi “giusto”)va preteso altrimenti è malvisto.
comunque concordo con te che alla base di tutto ciò ci sia per molti uno sfondo economico, per altri è solo potere (sulle ex, o sui figli), per altri strane perversioni purtroppo….
(per chi passa di quì e non l’avesse visto: triste realtà.
http://www.youtube.com/watch?v=fNYIEn8keNo)
Ho visto i video di cui parlava Elena a LA VITA IN DIRETTA a questo link:
http://www.facebook.com/group.php?gid=107222978671&ref=search
Il presentatore, Lamberto Sposini, è palesemente dalla parte dei papà…guardate quando difende quelli accusati di abusi sessuali e quando attacca Simona Pletto, mettendo in dubbio la veridicità di quello che dice…
MAMME, NON ANDATE A LA VITA IN DIRETTA!!!
Non c’era nessuno a difendere queste mamme…l’unico che ha forse speso una parola di protesta contro la PAS è stato Luca Steffenoni ma non tanto per difendere le mamme nello specifico, quanto per criticare il funzionamento del sistema che annienta sia i bambini che le loro famiglie…
Ciao Erika, benvenuta tra noi!
Le tue parole sono musica per le nostre orecchie…
Non trovo più il link dell’articolo ma ho trovato lo stesso questo:
http://fi-fi.facebook.com/topic.php?uid=107222978671&topic=11855
Hai ragione Erika, alla maggior parte di questi papà non importa nulla di occuparsi dei figli, infatti molti ottengono l’affido condiviso, quindi non versano il mantenimento e hanno più diritti, ma di fatto non si occupano per niente della loro prole…preferiscono godersi la libertà e andare a divertirsi!
Non trovo il link dell’articolo che dice che in Italia aumenta il numero dei papà che si fanno mantenere dalle loro ex mogli…E’ vero, iniziano a parlare dei figli ma subito dopo tirano in ballo I SOLDI!!
Intanto Mamme, scriviamo anche noi le nostre storie ai giornali e speriamo che siano obiettivi e che ci usini gli stessi riguardi che usano ai padri.
lettere@ilcarlino.it (massimo 15 righe),
lettere@unita.it (massimo 20 righe)
rubrica.lettere@repubblica.it
lettere@corriere.it
lettere@metroitaly.it (massimo 10 righe)
lettere@lastampa.it
Elena , avevi dubbi??? era ovvio fosse cosi, ho conosciuto due di quelle mamme Loretta e la signora che ha parlato per ultima il 5 ottobre a roma, c’era anche il signore della gesaf, da papà ha messo subito in dubbio ciò che era accuduto a mia figlia, pensa io nemmeno accuso il padre di mia figlia, ma subito ha puntato il dito. Donne in questi anni abbiamo raggiunto molti traguardi, ma erano donne unite peroravano la stessa causa, prendiamo esempio dalle nostre mamme che hanno lottato duramente per avere un posto nella società .
Ciao a tutte e grazie dell’accoglienza: fino ad ora nella maggior parte dei forum dove ho postato, sono sempre stata aggredita per il solo fatto di difendere i bambini e spesso i mie commenti, per quanto educati e privi di insulti, non sono nemmeno stati pubblicati… e questa la dice tutta…
Cara Elena, purtroppo lo so che non è semplice la questione e so bene come interpretano i giudici il rinunciare agli alimenti, ma è proprio per questo che ho scritto le mie osservazioni: poiché il mantenere i figli è un obbligo di entrambi i genitori, non vedo il motivo per cui una madre debba necessariamente chiederli questi alimenti, quando la legge stessa prevede che siano obbligatori. Dovrebbero essere i giudici ad obbligare il padre a rispettare la legge e non le madri, che così facendo si mettono subito in cattiva luce. Insomma, la legge ci obbliga a chiedere qualcosa che ci spetta di diritto, ma nel momento in cui lo facciamo, la legge stessa ci penalizza per questo: mi pare un trabocchetto bello e buono per infinocchiarci senza possibilità di scampo. Quindi quello che io intendevo dire è che bisognerebbe, a mio parere, combattere anche su questo fronte, affinché non compaia in nessun documento una richiesta formale di quanto spettante per diritto. Diciamo che è un po’ come lo stipendio: il datore di lavoro è obbligato a pagarti, e non esiste che, al momento dell’assunzione, io richieda formalmente lo stipendio; semmai posso chiedere un aumento, ma questo è discrezionale e al limite interpretabile come “richiesta pretenziosa e non legittima”, non so se mi spiego. Con il rinunciare agli alimenti non intendo dire che una madre debba fare esplica richiesta di rinuncia, che giuridicamente viene interpretato come tu dici “voglio escludere totalmente questa persona dalla vita del figlio”, bensì intendo dire semplicemente di non chiederli… segue…
…segue
a questo punto il “cattivo” agli occhi dei padri diverrebbe il giudice stesso, il quale dovrebbe comunque applicare la legge ed obbligare il padre a pagare. Questo meccanismo degli alimenti è palesemente studiato per penalizzare le madri e metterle fin da subito in cattiva luce; inoltre impedisce a chi giudica di poter fare un distinguo tra madri sincere ed in buona fede e madri speculatrici ed in malafede, a tutto discapito delle prime.
Se si riuscisse ad ottenere una cosa del genere gli uomini non potrebbero più utilizzare il loro cavallo di battaglia ed accusarci di fare tutto per soldi. Il padre di Leone, ad esempio, ha trovato largo sostegno ed ha screditato la madre proprio in base a questo: lui dice che Manuela sta facendo tutto per soldi e subito ecco che il dubbio (legittimo, purtroppo) si insinua nella mente dei più, poiché tutti sanno quanto i soldi facciano girare il mondo. Già è orribile che una madre venga accusata di plagiare il figlio contro il padre fino a fargli credere di essere stato abusato, ma essere ulteriormente accusata di farlo per soldi credo sia devastante. Dovremmo togliergli quest’arma che la cosiddetta “legge” gli ha fornito, così che lo screditarci non sia più per loro così facile.
Guardate che non è un particolare da poco: chi pretende soldi viene sempre e comunque mal visto, mentre chi dimostra di non avere interesse per il denaro ci fa sempre la sua bella figura di persona disinteressata e sincera. Io sono sicura che la cosa non è casuale: ci obbligano apposta a chiedere. E quando sei screditata per soldi, avoglia a cercare consensi nell’opinione pubblica o l’interesse della stampa: nessuno ti crede e anzi, tendenzialmente la gente si schiera dalla parte del povero papino vittima della solita arpia. Vi dico questo perché sento i commenti e le opinioni della gente e vi assicuro che è così. E con l’opinione pubblica contro o quantomeno dubbiosa, ci sono ben poche possibilità di vincere questa battaglia.
CIao Erika ben arrivata