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Affezionarsi troppo in fretta è una dannazione?

di festadiunamorna

Vorrei raccontarvi la mia storia. Ho 27 anni, una vita normale, genitori affettuosi, nessun problema particolare insomma. Ma sono affetta da un autentico dramma che mi porto dietro da quando sono piccola e sta iniziando a rovinarmi la vita, nel vero senso della parola.
Il mio problema – perchè di problema si tratta -è che non riesco a vivere serenamente una relazione per colpa della mia troppa affezione.
Esco con un ragazzo, una, forse due volte al massimo, e, se mi piace discretamente, inizio a provare sensazioni fortissime, mi faccio i classici film, desidero risentirlo, rivederlo, trascorrere con lui altre sere idilliache. E questo potrebbe sembrare normale, in fondo. Il problema è che fino ad oggi nessuno si è mai prestato ai miei ritmi frenetici. L’ultimo ragazzo con cui sono uscita si fa sentire ogni cinque, sei giorni e ci vediamo ogni dieci, cosa che mi porta verso una depressione quotidiana, lacrime e disperazione ogni volta che mi dice che non c’è.
Razionalemente capisco che non ci conosciamo abbastanza per pretendere un rapporto più impegnativo (siamo usciti solo quattro volte) ma nonostate questo non riesco a vivere questa conoscenza serenamente. Come tutte le altre volte, che, dopo aver atteso pazientemente un risvolto, sono terminate sempre con un mio “vai a quel paese bastardo!”dopo l’ennesimo tentativo di rivederlo andato a vuoto. Allora mi chiedo, sono io ad essere sbagliata o anche gli uomini ci mettono parecchio del loro in questo?
Se avete qualche consiglio da darmi vi sarei grata perchè sto veramente male. Dovrei chiudere di nuovo le porte di questa nuova conoscenza? E di chi è la colpa?
Grazie dell’attenzione.

Lettera pubblicata il 4 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Clara -

    Ti capisco, anche io sono cosi! Non saprei come aiutarti… Cmq ho paura che rimarremo da sole, la gente non si preoccupa se è un altro a soffrire, basta che stanno bene loro. Il nostro problema è che noi non staremo mai bene, manderemo a quel paese in ogni persona che non ci richiama, ma non per questo troveremo qualcuno che lo farà. Io mi sto rassegnando, aggiungici che sono disabile (e quindi magari mi attacco ancora di più a qualcuno che si mostra gentile). Mi auguro di trovare qualcuno che ricambi i miei sentimenti, ma la vedo molto dura!

    Auguriamoci buona fortuna!

    Clara

  2. 2
    Federico -

    Siamo in 3….Purtroppo io sono pure un maschietto e mi devo pure sorbire le battute degli amici “ma fai l’uomo”….Che dire,nel lavoro,nella vita di tutti i giorni,sono uno che ci sa fare che non si fa mettere i piedi in testa,nelle relazioni sentimentali sono quasi sempre un disastro,mi affeziono e non riesco a vedere le situazioni con lucido distacco quando servirebbe…L’ultima batosta risale a poche settimane fa!Perchè io sia così resta un mistero purtroppo e nonostante i miei sforzi ho solo imparato a moderare il dolore….

  3. 3
    pilaisoosi -

    Ciao amici del sito,
    la situazione descritta è una condizione normalissima: quando si è tanto affettuosi e si provano sensazioni verso altre persone ci sentiamo completi, pieni di noi stessi e ciò ci rende felice.
    Un vecchio aforisma di Pascal dice che il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce ed è un’assoluta verità. Comprendere le emotività diventa difficile, a volte non le accettiamo e ci irrigidiamo con noi stessi.
    Magari provare a sdrammatizzare, a scherzare e a reagire con il sorriso ad emotività deluse, mostra il nostro io in maniera più elastica e sincera.
    Vivere le emozioni è una sensazione straordinaria e per esperienza personale posso affermare che ne vale la pena. Con la stessa intensità delle emozioni però si deve essere anche capaci di rialzarsi ad eventi negativi. Le difficoltà ci saranno, ma la sfida è proprio quella.
    Vivi e sorridi, sempre e soprattutto per te stessa.

  4. 4
    Mau -

    Ciao.

    Credo che tu stia ancora interiormente pagando la grave perdita che ti ha colpito.
    Non sei tu sbagliata. E non lo sono nemmeno gli uomini.
    Non credo si possano attribuire delle specifiche ‘colpe’, come tu chiedi.
    Ma non credo si possa superare qualcosa di traumatico aggiungendo ansia e paure per tanto tempo.
    Scrivevi: “Sono fermamente convinta che tutto succeda per una ragione, che non esistono coincidenze.(ecc…).”
    Hai cambiato idea?
    Riparti da questa convinzione e lascia che le amicizie, l’amore, così come altre cose, maturino con i giusti tempi, senza isterie e senza paura di rimanere sola (anche di questo si tratta, no?).
    Da sola non rimmarrai di certo. Porta pazienza e cerca di vivere serenamente, seppur nei ricordi.
    Cordialità.

    Mau.

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