Caro direttore,
Ho provato sincero rimpianto per la dipartita di Roberto Gervaso, scrittore colto e ironico, gentleman degli aforismi. In tutte le trasmissioni televisive l’ho visto sempre elegante con il suo immancabile papillon. Ne aveva più di cento. Quando muore un anziano, è una biblioteca che brucia, così recita un antico proverbio africano. Ed è così, per me, che ho avuto il piacere di leggere quasi tutti i suoi libri, soprattutto i primi volumi della Storia d’Italia. Ho seguito sempre con interesse i suoi programmi televisivi e le sue argute ed intelligenti interviste. Fra le sue molteplici e grandi passioni, spiccava quella degli aforismi. Esercitava la sua arte di giornalista vivace e polemico con passione e onestà intellettuale. Era un uomo dotato di sterminata cultura storica, filosofica e umanistica. Malgrado il successo e la poliedricità, Gervaso ha dovuto lottare più volte contro il male sordo e oscuro. Grazie, fabbro della penna, per le sue preziose opere letterarie, che custodirò gelosamente nel tempo. Saranno un ricordo imperituro dello scibile e del suo alto insegnamento. Con immensa gratitudine e affetto. Le sia lieve la terra, caro dottor Gervaso.
Ringrazio vivamente della cortese accoglienza e porgo molti cordiali saluti.
Franco Petraglia – Cervinara (Avellino)
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