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Accademia delle belle arti, non è laurea ma diploma di laurea

di morisot89
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Lettera pubblicata il 26 Ottobre 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 201 commenti

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  1. 11
    federica -

    secondo me lo scandalo è che ancora non ci sia chiarezza sul termine laurea.
    laurea significa possedere la scienza di una materia.
    ora ditemi accademici, scienza e arte secondo voi sono conciliabili?
    si può dare un riconoscimento quale laurea agli accademici?
    credete che il carico didattico dell’accademia sia paragonabile a quello di una facoltà(intendo le vecchie facoltà, dove si studiava davvero)?
    se essere specializzati in qualcosa deve significare essere laureati perchè non diamo anche la laurea a elettricisti, idraulici, etc?
    tutto questo senza nulla togliere
    al vostro percorso di studi nè alla dignità della materia. credo solo che non possa e non debba essere chiamata laurea.
    non è una laureA.
    e non ci si può impossessare così gratuitamente di tale titolo.
    se non altro per rispetto a chi laureato lo è davvero e, non per questo, ha la pretesa di definirsi “artista”…

  2. 12
    giulio -

    Io ho fatto sia l’università (informatica) che l’accademia (scenografia).

    Sono 2 cose totalmente diverse perciò non si può dire che una è meglio e l’altra è peggio come lascia sottintendere Federica.

    In realtà in italia si parte dal presupposto OSCENO di avere un burocrate che conserva i beni culturali ( opere d’arte ) dentro un museo più importante di chi ha fatto le opere d’arte conservate dentro il museo stesso.

    Se mi volete perdonare la stupida analogia sarebbe come se un bambino preferisse la confezione di cellophane contenente il Kinder al cioccolato presente all’interno.

    Sarebbe come se chi parla di un opera d’Arte ( uno Sgarbi qualunque o anche un Bonito Oliva ) valesse più dell’Artista che ha dipinto o scolpito.

    Io preferisco il peggiore degli Artisti al migliore dei Critici e al migliore dei burocrati che conservano malamente il nostro patrimonio di opere d’Artisti.

    Federica ragionaci su e poi fatti un esamino di coscienza perchè tu preferisci Sagarbi a Giotto.

  3. 13
    federica -

    giulio, mi spiace che il mio commento sia stato frainteso. Io credo semplicemente che il termine ARTISTA sia dignitoso, al pari (se non più) del titolo di DOTTORE.
    credo anche che essere un artista sia diverso che essere laureato.
    credo , in fine, che essere un artista non sia una cosa che si possa imparare studiando. specifico: riconosco che per fare un quadro, una scultura, una scenografia ci vogliano anni e anni di studio per affinare la tecnica. ma la tecnica e il mezzo attraverso il quale si manifesta l’arte; l’arte in sè richiede anche qualcosa in più della tecnica: la fantasia, la creatività e queste cose non possono essere apprese da un libro.
    credo sia un dono innato.
    il conservatorio, richiede 10 anni di studio, con in media almeno 12 ore al giorno di esercizio, per diventare un musicista( riconosco anche la sublimità della musica, lungi da me non farlo ). eppure non è una laurea.
    forse non sono io a fare confusione. non riconoscere una laurea non significa non riconoscere il valore di una cosa.
    credo solo che scienza e arte non possano avere due riconoscimenti uguali, non di valore, ma di titolo.
    come dici tu, l’accademia e l’università sono due cose diverse e , per questo, devono avere titoli diversi.
    ci sono anche responsabilità diverse: se un medico sbaglia operazione ne risponde.
    se un ingegnere sbaglia un calcolo e l’edificio crolla ne risponde penalmente.
    se un artista sbaglia un quadro, che succede? e specialmente su che base si può stabilire che un quadro sia sbagliato?
    fare l’accademia significa essere automaticamente un artista? può esistere un artista che non abbia fatto l’accademia?
    io credo di si. Lo credo perchè , ti ripeto, l’arte non è una cosa che si impara solo sui libri.
    saper disegnare non significa essere un artista (anche io so disegnare e purtroppo non sono un’artista….magari lo fossi!!!).
    ma può esistere un medico, un ingegnere, un architetto, un chimico, un biologo…. che non abbia fatto l’università? no, perche QUEL titolo è sinonimo di REPONSABILITà ed è garanzia per chi richiede un tuo lavoro.
    questo era il succo del mio discorso.
    spero che nessuno si senta sminuito dal mio pensiero, che voleva essere una distinzione e non una svalutazione.
    credo, quindi, che sia giusto riconoscere questo titolo a chi decide di fare il percorso universitario. e solo ed esclusivamente a loro, anche per rispetto di chi ha fatto tanta fatica per ottenerlo (sempre riconoscendo che non solo la laurea richiede studio e fatica).

    ps. tra l’altro sgarbi mi sta davvero antipatico!!! w giotto

  4. 14
    Francesca -

    Allora gettiamo nel gabinetto anche Scienza delle comunicazioni, DAMS e tutto ciò che riguarda l’ambito delle arti visive. In pratica, se dovessimo prendere alla lettera quello che dici, Federica, dovremmo considerare Laurea soltanto il titolo rilasciato da quattro-cinque facoltà (perché, ad esempio, la vedo brutta per il corso di filosofia).

    La Laurea, e chiariamolo una volta per tutte, è un titolo che si ottiene dopo aver speso almeno quattro anni della propria vita a studiare un determinato settore (lavorativo) dopo cinque anni di scuola media superiore di secondo grado. E rappresenta la meta, cioè la fine di un percorso che ha dato la possibilità di acquisire determinate competenze. Non è un modo per ottenere un riconoscimento che attesti l’importanza sul piano sociale del percorso in sé e della persona. E’ un titolo, non fornisce identità, come credi tu. Serve prima di tutto a chiarire quali sono le competenze che si hanno, non a farsi chiamare “dott. tizio” perché si costruiscono gli edifici o si curano i malati.

    Ma forse dovresti andare all’estero, dove il Bachelor non ti identifica con “dott. Tizio”, ma permette di farti riconoscere come Tizio con certe competenze. Il guaio di noi italiani è che stiamo ancora dietro al titolo in una sorta di tentativo di farsi restituire un’identità e una superiorità rispetto agli altri (con una necessaria svalutazione di se stessi data proprio dal senso di inferiorità di base).

    In sintesi, siccome il medico o l’ingegnere hanno più responsabilità, allora soltanto loro possono ottenere il titolo, gli altri no. Come se la Laurea coincidesse con la responsabilità e non soprattutto con le competenze acquisite. Oltretutto, cosa s’intende per responsabilità? Salvare la vita? Ecco, appunto, allora eliminiamo tutte le facoltà ad esclusione delle facoltà di medicina e ingegneria. Evviva. Ma andate un po’ in giro, andate all’estero e vedrete come gli occhi si apriranno e si spalancheranno davanti a voi le porte della conoscenza, dato che mi sembra siano ben chiuse.

    L’Italia è un paese di bighotti e retrogradi conservatori. Ecco perché sta lentamente affogando nei propri escrementi.

    Poi non vorrei ricordare agli ignoranti che Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Brunelleschi e chi più ne ha più ne metta, compreso Piero della Francesca e Leon Battista Aberti, erano artigiani, inizialmente, per evolversi e creare alcuni dei veri e propri trattati di geometria, altri strutture difficili da realizzare sul piano della progettazione architettonica e relativa proprio a quella funzione portante che salva la vita. Ricordatevi che l’ingegneria moderna trae molte delle sue basi proprio da ‘sta gente.

    Saluti.

  5. 15
    federica -

    francesca per rispondere al tuo messaggio dovremmo cambiare completamente l’ambito della discussione. a titolo informativo: non credo che l’università possa conferire identità all’individuo ( anzi credo che questa sia una delle più grandi idiozie che abbia mai sentito), credo che oltre a dare una definizione temporale del percorso universitario si debba per lo meno stabilire anche quale tipo di studi debba prevedere( non solo QUANTO ma anche COSA), non giudico alcuna facoltà in base alla materia.
    se vuoi catalogare le facoltà non farlo sulle materie ma sul COME vengobno studiate. quindi,a parer mio, qualsiasi università (che sia ingegneria o scienze della pace) basata su un metodo didattico che preveda esami a risposte chiuse, solo orali o solo scritti, con argomenti a piacere, con QUANTITA’ di cose da studiare per esame estremamente ridotte, etc. dovrebbe essere abolita. secondo me l’università dovrebbe tornare ad essere selettiva e meritocratica e non dovrebbe consentire di far laureare persone studiando il minimo indispensabile.
    se vuoi fare questo discorso, allora, dovremmo parlare di ateneo per ateneo, facoltà per facoltà , sede per sede.

    ti ringrazio anche per la lezione sul brunelleschi, bramante , etc. come sicuramente saprai allora per essere architetto bisognava seguire l’accademia e poi fare 2 anni di tirocinio presso una bottega di artigianato.
    questo ancor prima delle discussioni centenarie riguardo al far cadere architettura sotto la scuola di belle arti o quella politecnica….

  6. 16
    Chiara -

    Salve a tutti, ho letto con molta attenzione la discussione e trovo che sia Federica, sia chi controbatte abbiano diverse ragioni e pochi torti. Credo però che l’errore più grande sia nell’identificare un titolo di studio con una professionalità specifica. E’ già molto difficile in Italia che un medico riesca a fare il medico o che un geologo riesca a fare il geologo, figuriamoci un artista che riesce a fare l’artista! Studiare all’Accademia può voler dire sia dipingere quadri, sia diventare un semiologo delle arti visive, un fotografo glamour o un progettista di stand fieristici (che se cascano per terra fanno male a molte persone). Il mondo universitario o accademico deve seguire quello del lavoro ed è per questo che una “laureata” o “diplomata” in progettazione per lo spettacolo all’accademia di belle arti come me con esperienza pluriennale nella gestione eventi culturali, avrebbe il piacere di poter partecipare ad un concorso pubblico come addetto culturale! Ma probabilmente non può… Continuerò col progettare stand e cucine senza far piombare giù nulla! (perchè se succede, la denuncia la prendo anch’io senza essere un Dottore!) Bella discussione comunque!

  7. 17
    luigi -

    scusami Francesca, ma io direi di lasciare in pace Brunelleschi , bramante ecc. – lascere un po’ il Rinascimento per parlare degli anni 2000- anni in cui non esiste più niente , esattamente come la politica dove non vi è più la destra e la sinistra, per le libere professioni non vi è più serietà eccetto pochi casi . faccio un esempio, prendiamo un architetto ed un ingegnere , non vi è alcuna differenza se si tratta di costruire , entrambi cercheranno di realizzare più metricubi possibili di cemento perchè la quantità di MC realizzata è direttame proporzionale ai soldi che girano. pertanto l’ideologia (specie quella degli architetti).. dell’inserimento dell’opera nel paesaggio, l’esposizione, l’arte ecc. … va a farsi friggere. Inoltre Per quanto riguarda Brunelleschi e Bramante, con loro nasce l’Architettura, ma loro erano prima di essere artigiani degli artisti, ora vi domando: mi indicate un architetto capace di disegnare con la matita? oggi gli architetti utilizzano spesso il comando COPIA/INCOLLA – ecco perchè le città sono tutte uguali, provate a girare nei nuovi quartieri, le case vengono realizzate e vendute, ma manca tutto a volte anche i servizi e le stesse abitazioni sono uguali, modulari e anche carenti di qualità carenti . Scusate lo sfogo, ma ne so qualcosa…, mi riallaccio all’accademia di Belle Arti, anche qui non è che ci siano tanti artisti, ma penso che faccia più male abitare in una casa malprogettata che una crosta di quadro che al massimo si può buttare via (vedi LE VELE DI NAPOLI..fior di architetti…). a questo punto ben venga l’arte , anche dissacratoria, benvenga la selezione , la meritocrazia. Chiedo scusa agli architetti, ma gli ordini professionali dovrebbero fare il loro mestiere, se è il caso radiare gli speculatori chi non fa del bene alla gente, è ovvio che la stessa cosa vale per tutti gl’altri professionisti. per quanto riguara laurea o non laurea dell’accademia, bè , chiunque fa bene ed onestamente il proprio mestiere ha diritto ad una laurea.

  8. 18
    federica -

    caro luigi…ricollegandosi al discorso universitario…credo che più che gli ordini le università dovrebbero fare il loro lavoro.
    il vero filtraggio dovrebbe essere fatto all’università ….immagina un esame di stato: arrivano ad esempio 100 persone che tentano di prendere l’abilitazione, su queste 40 non capiscono nulla. capisci che allora il lavoro marcio non viene dll’ordine?
    purtroppo la questione è proprio questa: l’università sta scadendo, cvi sono sempre più laureati ma a scapito della qualità dello studio.
    chiunque può prendere una laurea.
    e tutte le riforme che stanno facendo (3+2, nascita di università nuove e talvolta assurde) che in linea teorica potrebbero anche essere positive, hanno prodotto semplicemente un dimezzamento delle ore di lezione e dei programmi.
    chi e cosa esce dalle università ?
    purtroppo l’idea comune e questa: sai fare qualcosa? sei esperto in qualche materia? allora:LAUREA. gli ordini si trovano semplicemente costretti a fare un filtraggio scegliendo oramai solo i meno peggio.
    per la povera architettura, poi, è ancora un altro discorso. secondo me il problema fondamentale è la mentalità e le leggi italiane. l’italia è conservatrice e bigotta e spesso molti progetti innovatori devono essere normalizzati a piani di 50 anni fa.
    un esempio? a firenze dovrebbero realizzare delle case per studenti progettate da pinos, hadid e odil decq. sai perchè ancora non sono realizzate? perchè in questi progetti le finestre sono orizzontali e discordano con il piano di krier(di anni e anni fa) che le prevedeva verticali in armonia con lo stile rinascimentale della città ( copia della copia della copia del rinascimento)
    purtroppo è così….come dici tu…ne è testimonianza il fatto che gli esempi che vengono portati sono brunelleschi, bramante, alberti, etc. etc.
    geni dell’architettura assolutamente….ma….non è un esempio un tantino arcaico?
    l’italia ha un ritardo di circa 30 anni rispetto al panorama architettonico europeo.
    le tendenze sono altre: non il disegno a matita, ma l’alta tecnologia, render, plastici, formalismo astratto, il dominio della forma, architettura plastica. guarda il museo di bilbao….credi che gehry l’abbia progettato con la matita? l’architetto deve saper disegnare ma non deve fermarsi al disegno.
    l’italia ha questo problema: vive e muore della sua storia. tra 100 anni sarà ancora sempre e tutto uguale.
    francesca non sono, come dici tu, ignorante riguardo ai maestri dell’architettura. sono stati l’inizio dell’architettura ma io spero ancora (forse a differenza tua) che non segnino anche la fine e che la storia diventi un imput e non un limite alla progettazione.
    facciamo esempi che vanno almeno dal ‘900 in poi????

  9. 19
    luigi -

    Federica, io per COPIA/INCOLLA mi riferivo al comando AUTOCAD. nel senso che i file che stampano sono tutti uguali. e poi questi professionisti… tutti lenti per apportare qualche miodifica ad un progetto ti fanno venirre la nausea…- poi appena fanno qualcosa di buono sembra che hanno inventato la prospettiva (in genere però è sempre qualcosa di casuale). ok, non voglio fare il grillo del momento, ma io i progetti spesso li controllo, a volte resto a pensare se devo piangere, ridere o cambiare mestiere che forse è meglio. ho pensato di andare sull’isola deserta tanto so pescare benissimo. che bello, palme, crostacei, indigene, al massimo qualche progetto per fare una capanna… – ciao alla prossima

  10. 20
    isotta -

    salve tra un mese mi “laureo” se così si può dire in scultura all’accademia, volevo sapere se qualcuno sa cosa devo fare per iscrivermi alle graduatorie per fare supplenze nei licei. Qualcuno lo sa??? grazie anticipatamente

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