Mia zia,
con il passare degli anni è diventata una delle persone più importanti della mia vita.Con lei non solo ho creato un rapporto speciale tanto da considerarla una mamma. Condividevamo tantissime cose in comune. Non so se avrò forza o il coraggio di continuare a descrivere quello che realmente lei era per me, perché quando qualcuno se ne và, il primo grande dolore sono: laceranti nostalgie, le parole mai dette, infinito bisogno di rubare ancora solo un ‘istante alla morte per poter sciorinare tutto ciò che altrimenti resterebbe inascoltato, sospeso nel vuoto dell’addio. Così è accaduto! Anch’ io ho parole che non le ho mai detto! Non c’è più dolore per questo e non c’è rabbia di poter dire alla morte fermati. Aspetta un attimo! Devo ancora dirle qualcosa! Dammi un altro po’ di tempo! La morte non aspetta! Non ha pietà! Così quello che avevo da dire resta in sospeso o forse perso. .Il solo pensare a tutto quello che hai fatto per me e non solo, strettamente a me, ma a tantissime persone , privandosi di tutto ,anche delle più piccole cose pur di vedere sorridere chi secondo lei ne aveva più bisogno, perché mia zia nonostante fosse lei la bisognosa cercava sempre di aiutare gli altri . Spesso mi diceva: a me basta poco per essere felice, non ho bisogno di ricchezze , mi basta vedere gli altri che stiano bene per stare bene io. La sua bontà e la sua generosità l‘hanno resa unica e speciale. Ricordo ancora quando la malattia la distruggeva poco a poco e mi diceva “ Io vado avanti, vedo come si sta in paradiso e poi ti chiamo per telefono, comunque credo che si sta bene perché mai nessuno è tornato indietro a lamentarsi .” sapeva a cosa andasse incontro ma ciò non le faceva perdere la voglia di vivere , l’ umorismo e la grande fede in Dio, si beffava della morte, riusciva a farci sorridere anche nei brutti momenti . Anche quando , non si reggeva più in piedi , non riusciva ad alzarsi dal letto o a muovere le dita delle mani. Con molta dignità soffocava i fortissimi dolori pur di non dare dispiaceri, perché amava la compagnia .Ricordo le serate passate raccontando barzellette o giocando a carte fino a tarda notte, non si sentiva mai stanca . Mia zia ha combattuto coraggiosamente la sua malattia fino alla fine s’è aggrappata alla vita con tutte le sue forze ma la malattia ha vinto la sua ultima battaglia. Ora siamo qui a ricordare momenti che resteranno chiusi nello scrigno del cuore come un dono prezioso, un dono da custodire e da conservare gelosamente. So bene che non serve scrivere di lei, del suo sorriso, non hanno alcun bisogno di carta e penna per restare indelebili, perché vivranno inalterati in tutti noi, finché il sangue scorrerà ancora nelle vene, finché i polmoni si riempiranno d’ aria e gli occhi avranno modo di spaziare sul mondo, lei vivrà nei nostri battiti del cuore, nei nostri gesti, nelle nostre parole e nei nostri pensieri .Non dimenticheremo la grande donna , la Nobile donna che è stata, l’amore infinito che ha saputo dare a me e a tantissime persone. Non scorderò la sua ultima telefonata , quando mi disse “ Ricordati che Ti voglio bene!”. Anch’io TI VOGLIO BENE!! te lo ripeto anche ora che stai andando via in cielo in quel cielo che ti accoglie con le vesti di un Angelo. Non sarà un addio , non sarà la fine di tutto ma un arrivederci in un momento che solo Dio vorrà. Ciao zia buon viaggio, ti ameremo per sempre.
A mia zia
di
Giulia Gabbia
Lettera pubblicata il 18 Maggio 2017. L'autore ha condiviso 23 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Giulia Gabbia.
La lettera ha ricevuto finora 3 commenti
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Sì, “ti ameremo per sempre”… Per sempre.
Ho sempre litigato, col tempo cronologico. È il tempo che simula le separazioni e nonostante la speranza, il dolore era reale. Così seppellisci anche te stesso. Nell’attesa. Diventi un altro. Per riacquistare il tuo te autentico nell’ultimo istante… al confine con quella dimensione che è l’Eternità, dove il tempo è sconfitto insieme alla morte.
Allora, solo allora, sei al sicuro e puoi tornare ad essere te stesso. Negli addestramenti militari insegnano che sei al sicuro quando sei a casa. Finché non lo sei non puoi dirti tale. E così aspetti e con l’armatura indosso, sai che per sconfiggere il tempo devi solo aspettare facendo altro o essendo… ALTRO.
Io non ti parlo come un’ adulta, io ti parlo come una bambina.