Gentile direttore,
anche in questa situazione di grave emergenza Covid-19, che ci ha costretti agli “arresti domiciliari”, credo che il 25 aprile debba essere onorato non con minore profondità e partecipazione delle ricorrenze degli anni passati. Questa giornata rappresenta la libertà conquistata dal popolo italiano dopo la dignità perduta con i vent’anni di regime fascista che introdusse le leggi razziali contro gli Ebrei. E’ la data simbolo della Festa nazionale perché avvenne la ritirata da parte delle truppe naziste e di quelle fasciste della Repubblica di Salò dalle città di Milano e Torino. E’ una giornata fondamentale per la nostra nazione. In altre parole, un principio fondante della nostra democrazia, con i suoi alti valori costituzionali: la memoria, l’unità, il decoro, la solidarietà, la speranza. Valori che devono essere sempre presenti, anzi rafforzati ad ogni latitudine e longitudine. La libertà e la democrazia appartengono a tutti! Lo scrittore Luis Sepulveda, recentemente scomparso, diceva:” La libertà esiste ed è giusto lottare per essa”.
Ringrazio vivamente per la cortese accoglienza e porgo molti cordiali saluti.
Franco Petraglia – Cervinara (Avellino)
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Categorie: - Cittadini
Egr. sig. Petraglia,
mal comune mezzo gaudio per il 25 aprile: voi italiani non potete festeggiare a dovere la vostra festa della liberazione, noi veneti (lo stesso giorno) non potremo festeggiare San Marco, il nostro patrono…
Per quello che può valere, le invio telematicamente la mia solidarietà.
Nell’attesa e nella speranza di poter far sfrigolare nuovamente costa e salsiccia sulla griglia (e ovviamente sbevazzare del buon Raboso), porgo cordiali saluti.
Pensiamo alla salute che è meglio tanto abbiamo visto dove e cosa ci ha portato la “repubblica” nata dalla “resistenza”
(s)partigiana…
Si stava meglio prima.
Puoi benissimo commemorare questa ricorrenza da casa, senza darle minore profondità. Ma la regola di non creare assembramenti vale per tutto e per tutti. Un solo giorno di disattenzione a questo divieto vanificherebbe i dolorosi sacrifici fatti in un mese e mezzo.
Inoltre, inutile negare che questa festa ed i relativi simboli oggi vengano ampiamente (e erroneamente) strumentalizzati da una parte della popolazione. Sappiamo benissimo quale, a buon intenditor poche parole. Io, per quanto mi riguarda, ho appeso a casa la bandiera italiana durante la pandemia (visto che dispongo di apposito portabandiera), per dare un messaggio di solidarietà e speranza a chi la vedesse in questo periodo difficile, ma il 25 la tirerò via.
Concordo con Rospo.
La liberazione nel suo complesso dovrebbe essere il pretesto per stabilire delle norme di convivenza per riscattare l’uomo dalla condizione di subalternità a Dio attraverso la clausura che il criterio umanistico-letterario per evitare la guerra. Questo significa che non bisogna avere paura di essere visti da Dio perché Dio è lontano dall’uomo e lo visiterà nell’ultimo giorno per ricordargli che è stato salvato per mezzo della Croce. Ma questo a me è sembrato chiaro fin dal principio. Guardare il mondo da fermo significa prendere quello che viene dal Cielo. Vivere l’avventura.
In effetti il 25 è anche San Marco Polo, scopritore della Cina che raggiunse per la via della seta. L’unica resistenza che mi interessa è quella della griglia elettrica, che si misura in om, come ci hanno insegnato i tibetani incontrati da San Marco nel suo viaggio.
E allora si celebri questa prima(e,obbligatoriamente,ULTIMA)”festa della Liberazione”casalinga,autocertificata, a volte sanzionata, ma sempre RISPETTATA! ??✌️???