Salve a tutti.
Mi chiamo sabrina, ho 37 anni e da un po’ di tempo leggo le varie lettere e scrivo anche qualche post…
E così ho deciso di scriverne una anch’io, ma solo per dire che forse ho dato una svolta alla mia vita.
Al primo impatto vi potrà sembrare strano, ma questa svolta secondo me non può farmi altro che bene.
Non sono una pazza, e nella vita quotidiana mi comporto in modo assolutamente normale.
Sono sposata e ho un lavoro.
In poche parole, sono la classica italiana media.
Però nascondo un segreto inquietante…..
Da qualche anno penso al suicidio, ma tra alti e bassi, anche se una volta ci sono andata molto vicina, non l’ho mai attuato.
Negli ultimi 2 anni, sono stata molto felice, al punto che avevo totalmente rimosso dalla mia mente questa volontà, ma da qualche mese sono rientrata nell’incubo.
Però non è tutto oro quello che luccica, perché quei 2 anni di super felicità non li meritavo.
Ho fatto del male a troppa gente…… Molto male!
Ora il senso di colpa mi sta divorando e da quel giorno ho iniziato a battermi la testa con le mani, a tirarmi i capelli e a pensare sempre di più a farla finita piangendo in continuazione….. Mi sono anche comprata una corda per impiccarmi…
Ecco la svolta…..
Una sera di 2 settimane fa, ho preso un cutter e mi sono fatta un taglio volontario nella gamba (sopra il ginocchio), l’ho disinfettato, e non ci ho più pensato per qualche giorno.
Da 6 giorni è però diventato un “rito”
Ogni sera mi taglio con il cutter, aspetto che esca un po’ di sangue e poi mi disinfetto e bendo la ferita.
Lo trovo strano perché in pratica mi piace farlo.
In questo sistema, almeno per il momento, non penso al suicidio e piango molto meno di prima.
Non lo faccio in momenti di “crisi”, tutt’altro.
Quando mi taglio, sono molto calma e il lato positivo è che ora al mattino mi alzo volentieri, pensando che la sera finito il lavoro e la faccende domestiche, mi siedo, mi rilasso e faccio questo perché mi da un immensa soddisfazione.
È normale tutto ciò?
Secondo voi, sono autolesionista o questo mio “gioco” si placherà a breve?
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Molto difficile esprimere un parere. Così com’è scritta, alla tua lettera,potrebbe rispondere solo un indovino. E siccome non credo agli indovini, l’unica cosa che azzardo è che sei veramente messa male.
Ma non per quello che fai, è per il senso di colpa che ti porta a questo
volerti punire, provando anche piacere.
Il senso di colpa (a seconda del male arrecato) è il primo sintomo di una nevrosi, ed è la causa di malesseri insopportabili, che sfociano
in alterazioni irrazionali della personalità.
Per le poche cose che hai raccontato, guarire da questo stato d’animo
è possibile, nel caso tu possa rimediare alle azioni egoistiche,o altro, che ha provocato questo malessere.
E’l’unica strada praticabile, per uscire da questa situazione da sola.
Se non ci riesci, non ti resta che rivolgerti ad uno specialista.
Se ti è possibile, tenta con tutte le tue forze di rimediare, anche
umiliandoti, con la persona o le persone che hai ferito.
La riconciliazione sarebbe la migliore medicina.
Inutile sottolineare, che la strada intrapresa, se non ti controlli in tempo, può sfociare in qualcosa di drammatico. Rifletti! Ciao
Cara Sabrina, il tuo autolesionismo non è una cosa normale, devi parlarne con qualcuno che ti conosce di persona.
Non capisco se qualcosa non va in te, quindi hai bisogno di un aiuto psichiatrico o psicologico, oppure qualcosa non va nella tua vita (anche se te scrivi il contrario).
Se vuoi scrivimi, la mia email è : ekgo@email.it
Dici che lo fai perchè nel tuo passato hai fatto del male a delle persone, pensa piuttosto che farti del male non serve a nulla e sei sempre a tempo a riparare, se è questo il problema.
ciao toroseduto, ciao plinio
mi consigliate di andare dallo strizza e non posso darvene torto
ma io non dò segni di pazzia e non sono fuori di testa.
ho un lavoro a contatto con la gente, e la simpatia e il sorriso, sono gli ingredienti principali.
li uso, non è facile visto il mio stato d’animo, ma è giusto che io faccia bene il mio lavoro.
semplicemente porto dentro me un profondo dolore.
se mi taglio è solo per sfogarmi, e più lesioni vedo, più ne voglio vedere.
purtroppo non posso fare pace con le persone che ho ferito, io gli voglio bene, ma loro mi odiano e purtroppo ne hanno ragione.
sono stata egoista e superficiale, ho giocato con il fuoco.
ora loro ne stanno pagando le conseguenze, conseguenze che io non accetto, che non mando giù, perchè si sono create a causa mia.
per la cronaca non gli ho fatto male fisico….il male che ho procurato a loro è morale.
c’è rimedio a tutto, ma non a questo.
e allora prendo in mano il cutter e mi rifugio con la fantasia in un mondo tutto mio, un mondo dove non faccio del male agli altri. e un po mi passa… per ora un po mi passa…
Ma per caso hai letto “La solitudine dei numeri primi”?
E’ un libro che io sconsiglierei a chi vive un problema psico, particolarmente se sfocia nel senso di colpa!
Per esperienza diretta e indiretta, chi vive un malessere, e si trova tra le mani un libro simile, è portato all’emulazione.
Come per il suicidio. Si è discusso molto su questo argomento, quando
un giornale o la televisione da la notizia di un suicidio apparentemente senza motivo, ci sono diversi casi di emulazione.
Al punto che si ritenne opportuno di non dare la notizia.
Da quello che dici nella seconda precisazione, è ancora più evidente una forma di nevrosi, che non ha niente a vedere con la pazzia.
Il fatto che tu riesca a dissociarti, entrare in un ruolo in pubblico
e un’altro in privato, anomalo e autolesionista, sentendoti “bene”
quando ti fai del male…fino a pensare al suicidio, riesci a stabilire che non è “normale”???
Ho tirato in ballo il libro che ho citato, perché ti stai comportando
come il protagonista del romanzo, e non finisce bene la storia.
Oppure è solo un caso. Non c’è niente di più devastante dei sensi di colpa, oggi tiri avanti con questa “soluzione”, ma nel tempo dovrai spingerti sempre oltre, punirti fino allo sfinimento.
Sei all’inizio, consulta uno specialista, prima di sfociare in qualcosa di veramente serio. Il fatto di sentirti sicura di te, è solo momentaneo…mi preoccupano le ultime parole…e un po mi passa… per
ora un po mi passa… Inconsciamente nella ripetizione della frase,
sento il tuo grido d’aiuto, sai che non è la soluzione.
Ho una discreta conoscenza ed esperienza dei disturbi del comportamento, e so quanto è importante un aiuto tempestivo.
Il tuo malessere deve essere risolto al più presto, non sottovalutare
quanto ho scritto, basta una cicca accesa per incendiare un bosco!
Ciao
C’è rimedio anche al male morale, un sorriso ripara anche gli strappi più profondi, basta almeno provarci.
Di sicuro ti renderai conto che facendoti del male non rimedi a nulla, quelle persone ti odiano e continueranno a farlo.
Ti senti bene ma solo temporaneamente, e allora a cosa è servito?
Devi cercare una soluzione definitiva, devi parlarne con qualcuno, analizzare a fondo tutto, che sia un grullaio, o una semplice amica, uno sconosciuto, un parente.
L’importante è che sia una persona che ti sappia comprendere e consigliare.
Il fatto che tu abbia riconosciuto il male che hai fatto ti fa onore,vuol dire che sei realmente pentita, non pensare agli sbagli fatti,non serve pensa a vivere nel rispetto della tua vita e in quella degli altri,se puo’ esserti di aiuto ci sono persone che ancora distruggono vite e anime senza pentirsi, “c’è piu’ gioia in cielo per un peccatore convertito che per 100 giusti” affidati nelle mani di dio sapra come aiutarti.
TOROSEDUTO, mi spaventi sai? quel libro non l’ho mai letto, ne ignoro l’esistenza, cos’è, un romanzo o un auto biografia?( semplice curiosità, non lo leggo, è meglio di no visto il tuo punto di vista)
se prendo in considerazione che quello che sto facendo è il minore dei mali, è perchè credo che sia sempre meglio che suicidarsi.
è un tentativo, una mia disperata reazione per evitare di fare di peggio.
da come scrivi però, sembra che così non “concludo” niente.
sono coscente del fatto che è una cosa sbagliata, ma il desiderio di farla davvero finita, è alto, e attualmente l’ho deviato con questo auto lesionismo.
non saprei dire neanche a me stessa se e come le cose dovessero peggiorare, ma non credo proprio che arriverei al punto di tagliarmi a pezzi, nel senso che non vedo questi grandi effetti collaterali.
infondo questi tagli sono poco più che graffi, non cose da punti di sutura.
PLINIO, non so, non ho nessuno con cui parlare di questo, nel senso che me ne vergogno. ne parlo qui perchè nessuno mi conosce.
ciao GIO, si, è vero me ne sono amaramente pentita dei miei sbagli, ma questa maledetta coscienza non lo vuole capire. io in DIO ci credo fermamente, e appunto perchè ci credo, penso che LUI non sarà tanto clemente con me.
‘notte!!!
Mi dispiace che ti sei spaventata. La solitudine dei numeri primi, è illibro che ha vinto il premio Strega. In teoria è un romanzo, ma data la giovane età dell’autore, e la profondità del suo pensiero, a me fa pensare che ci sia qualcosa di biografico. Il protagonista, nasce gemello, di una sorella, che verso i 2, 3 anni mostra chiari segni di
essere una ritardata, mentre lui è un genio della matematica, vanno a scuola insieme, e i compagni di classe, notando le stranezze della sorella, evitano di frequentarli e non vengono mai invitati alle feste.
Il dramma si consuma proprio quando un bambino si avvicina a lui e li invita a casa sua per il compleanno. Vanno alla festa, ma lui osservando le stranezze della sorella, si vergogna e la lascia su una panchina, tanto pensa che non si muoverà da lì. Aveva circa 8, 9 anni.
Finita la festa, non trova la sorella. Vicino c’è un fiume…e la bambina scompare. Lui diventa un asociale,e il senso di colpa lo porta a tagliarsi le mani sommando cicatrici su cicatrici, Nello studio della matematica è un genio, arriva alla laurea col massimo dei voti
strabiliando tutti, e accetta una borsa di studio di dottorato che lo porterà a vivere nel nord europa. Ma rimane sempre un asociale e continua ancora,appena rivive il dramma della sorella a tagliarsi le mani, ridotte ad un cumulo di cicatrici che nasconde agli altri. Fino alla fine del libro.Non era mia intenzione allarmarti, dal breve racconto puoi capire perché ti ho chiesto se avevi letto questo libro, e come ti ho detto, per esperienza diretta e indiretta, so quanto può essere devastante un senso di colpa, nella vita reale ho conosciuto persone che hanno fatto qualcosa di peggio. Rimane il fatto che tu continui a punirti. Da qui l’invito a cercare di riparare il danno che hai arrecato a delle persone, dato che non hai fatto del male fisico, hai la possibilità di farti perdonare, anche umiliandoti, e fermare questa spirale che ti condiziona la vita.Farti aiutare sarebbe la soluzione.
Dio perdona sempre,siamo noi uomini che non siamo in grado di farlo,a cosa servono i sensi di colpa,c’è una vita che ci chiama ad essere piu veri,dobbiamo solo cercare di capire le nostre paure e i nostri limiti, e sei tu che decidi di intraprendere questo viaggio.Nessuno psicologo puo’ addentrarsi meglio di dio.
ciao TOROSEDUTO, dai, tranquillo, mi hai spaventata relativamente, infondo è solo un libro.
mi sproni ad andare dallo strizza e l’avevo anche preso in considerazione, ma a dirla tutta non ce la faccio.
il male morale che ho procurato, purtroppo è diventato fisico( l’ho saputo stamattina)
non c’è rimedio per fare pace, sarei disposta a super umiliarmi, anzi, sinceramente l’ho anche fatto, sapendo però che non avrei ottenuto risultati, infatti non li ho ottenuti
so che faticherai a comprendere perchè non ti ho spiegato cos’è veramente capitato, ma la realtà è che una persona, per COLPA MIA ora si trova nel reparto psichiatrico di un ospedale, e se ti dicessi cos’ho combinato, mi disprezzeresti anche tu…..
credo che a tutto ci sia un limite, ma io sta volta i limiti li ho superati….e alla lunga.
ho arrecato troppo dolore a questa persona e alla sua famiglia, talmente tanto dolore che quello che faccio al mio corpo , in confronto è NIENTE.
oggi visto che ho le pa…. girate, ho fatto tre tagli (beh dai, oggi sono piccoli).